Tautologie a merenda





La cartina tornasole dell'inizio della primavera è il vetro della finestra: se a una rapida occhiata in controluce appaiono nitide come non mai le gocce delle piogge passate e la polvere ne accentua il disegno allora è ufficialmente finito l'inverno!

Paziente ma non troppo

"Buongiorno dottore!" "Buongiorno, come sta" "Beh, che vuole... se sono qua..." "Mi dica, cosa posso fare per lei" "Eh, per me niente!" "Come… cosa intende dire" "Ecco, se vengo da lei è perché c’è un problema!" "Bene, vediamolo, me ne parli senza timore" "Ma non è mio: il mondo è stitico." Stupore "Si spieghi" "Ecco, si, vede dottore, ci preoccupiamo delle parole che spariscono dal lessico comune, ma il problema non sono le parole, sono i dialoghi, i concetti e, mi lasci dire, i sentimenti: sono questi che spariscono a poco a poco dai discorsi correnti; le parole… le parole non son niente rispetto alla realtà del fenomeno; siamo sempre più immersi in una comunicazione di servizio, una comunicazione tecnica, il meno possibile empatica, emotiva, di pensieri che vadano al di là del contingente e della necessità… si rimanda, si rimanda..." il dottore sorride sotto la pelle, sotto i muscoli facciali e forse anche sotto le ossa tanto è professionale perché il discorso per lui continua con un "si rimanda la cagata", ma non manifesta palesemente nessuna variazione d'espressione, resta in ascolto "e inevitabilmente" continua il paziente "il non detto cresce, come un bubbone, come un tumore, cresce, cresce nel silenzio."