Un ricciolo di voluta gialla

Il problema è cosa fanno gli occhi. Se si parla camminando o guidando la questione non si pone perché c'è una scusa: guardare dove si sta andando. Ma se si sta seduti, magari uno di fronte all'altro allora, beh, è un casino. Ah, un'altra situazione che libera dall'imbarazzo è mangiare: a tavola gli occhi seguono ora la propria forchetta, ora la mano dell'interlocutore che versa da bere, tutta una declinazione di attenzioni reciproche che con una buona parola si appuntano come un gagliardetto al petto dell'altro, a mo' di ringraziamento. E tutto scorre liscio. Ma non è questa la situazione a cui mi riferisco. Penso a quella difficile,

Homo faber fortunae suae




Titubi* davanti a uno spiraglio di felicità, perché se è vera, se è vera –pensi- non ti deve scappare, aspetti acquattato dietro le tue mille domande e lei ti svolazza attorno leggera e leggera se ne va.

*Titubi: da titubare; significa  essere incerto, indeciso.

Sarà piacere?

gente
"Piacere" dice tendendomi la mano, un sorriso smagliante a n. denti (io non scommetto mai sulle dentature altrui); potrebbe essere l'inizio di un bellissimo e costruttivo rapporto. Invece quella parola m'innervosisce: piacere... eh, è da vedere! Fulmineo il pensiero mi attraversa la mente. La gente che sorride troppo, nella mia città, è sospetta. Chi non è di qui si stupirà, è sicuro, e si chiederà perché. Perché? Facile: è la prova infallibile che si è davanti a un foresto. E con questo termine s'intende anche chi cerca di mimetizzarsi tra i purosangue ma gratta gratta ha la mamma,  il nonno o

Felicità all'istante

Felicità all'istante

Percepire un'emozione di una persona cara, condividere uno stato d'animo lontanissimo come da qui al punto esattamente opposto del globo. Wikipedia: "il diametro medio dello sferoide di riferimento è circa 12.742 km". Ecco; appunto. Una distanza così grande rispetto al mio alluce, rispetto alla lunghezza del mio passo, ai chilometri che posso fare in un giorno a piedi, in bicicletta, a nuoto, in barca, in moto, in auto, in treno...
E in aereo? No, in aereo si può fare, ma ci si mette talmente tanto che quando si è arrivati ci si certo è dimenticati di quando si è partiti, si è praticamente un'altra persona. Insomma, non c'è la sensazione dell'attimo. Invece con la fantasia in un istante io sono là.

A braccetto, se solo potessimo

In una di quelle tante ore in cui le nostre ombre sono più corte di noi, siamo vicine sul muretto di una qualche campagna del nostro entroterra. Di speciale c'è il giorno: un compleanno, un raduno di amici sparpagliati. È la prima volta che c'incontriamo. Io invitata, tu infiltrata oppure il contrario, dato che è chiaro che tu lì sei di casa. Ti guardo e capisco che è un momento raro, la tua vita effimera, fragile e il mio continuo viaggiare mi fanno sospettare che non avremo altre occasioni d'incontro e osservando i tuoi occhioni oblunghi mi accorgo che anche tu lo sai e hai fretta di dichiararmi simpatia incondizionata seduta stante; per questo lasci quello che stavi facendo e aspetti un cenno d'amicizia. Mi sento enorme e mi chiedo se non ti sembro un mostro, invece è chiaro che sei a tuo agio, con una delle tue sei verdi zampette, sollevata a mezz'aria, tra il pensieroso e l'invito a stare a braccetto. Se solo potessimo, se tra noi non ci fosse questa imbarazzante incompatibilità fisica.

Capirsi

 
 
 
Raccolgo le tue parole come il vetro fa con il vapore di un'alitata di una persona giocosa. Quello, senza papille gustative, sa il sapore del tuo fiato, il fiato dei tuoi sospiri non esternati, i sospiri dei tuoi crucci non pensati. Non speri tanto: con un dito scrivi il tuo nome.

Oggetti smarriti


ombre e pieghe dell'anima
Al telefono, le amiche si aggiornano.
"Pronto? Ciao, hai saputo della Simo? Ma sì, la Simona, la mia amica che ha quella testata di ricci! Si, si, lei, proprio lei! Ah, una tragedia! Pensa, era un periodo tranquillo, sereno e guarda cosa le va a capitare: l'altro pomeriggio tornata a casa si è accorta che le era sparita l'anima. Ma no, ma no, non ti prendo in giro! Si lo so che non si era mai sentita questa, ma ti dico che è andata così. Com'è successo? E chi lo sa!?... No, non crede di averla lasciata... eh? Dove? Sul muretto davanti alla scuola di Marta? No no, dice di no, 'che lì si erano scambiate due parole ed era a posto... Mah, chissà, la conosci no?! Certi giorni fa più giri dell'orologio. Eh, già, quindi lo sai tu in quanti posti può averla persa!? Si, se l'ha persa. E quindi cosa ha fatto?!? Beh, ha chiesto all'Ufficio Oggetti Smarriti, ma lì